Franco Andrea BONELLI

Biografia

Nato il 10 novembre 1784 a Cuneo, fin da giovanissimo è attratto dalle scienze naturali. I suoi interessi naturalistici, rivolti in particolare verso l'entomologia e l'ornitologia, lo portano ad avere contatti con i principali naturalisti italiani ed europei. Tra questi si evidenziano M. S. Giorna, professore di Zoologia e Accademico delle Scienze a Torino, e M. F. Buniva. Mantiene regolari corrispondenze con l'entomologo genovese M. Spinola, con il parigino P. A. Latreille, con il ginevrino L. Jurine, e con F. Ziegler conservatore del Museo di Vienna.

Alla morte di M. S. Giorna, avvenuta nel 1809, gli succede all'Accademia delle Scienze. A Parigi si perfeziona seguendo i corsi presso il Muséum d'Histoire Naturelle, la prima istituzione scientifica europea ad avere cattedre in settori specializzati della zoologia. Nel 1811 diventato docente di Zoologia all'Università di Torino, inizia ad occuparsi del Museo di Zoologia. Fondato attorno al 1764, il Museo di Storia Naturale era costituito da una raccolta ordinata senza alcun criterio scientifico, di reperti archeologici, minerali e fossili. Analogamente anche l'Accademia delle Scienze possedeva una raccolta di materiali organizzati analogamente a quello universitario. Soltanto sotto Napoleone si giunge all'unione dei due Musei in un unico Museo di Storia Naturale di proprietà dell'Università di Torino. Il Bonelli riorganizza completamente sia il settore scientifico sia quello didattico, catalogando i materiali esistenti e quelli progressivamente acquisiti. A ragione è considerato il "rifondatore" del Museo di Zoologia dell'Università di Torino, in quanto con una gestione illuminata lo ha portato in pochi anni al livello dei principali Musei naturalistici europei.

In seguito al tracollo napoleonico, l'Università viene chiusa. La Restaurazione porta allÕallontanamento di quei professori istituiti durante la dominazione francese o troppo compromessi con il precedente regime.

Nel 1815 il Bonelli comunica allÕamico M. Spinola la riapertura dell'Università e l'assegnazione a lui della cattedra di Zoologia. Recatosi per motivi di salute a Genova nel 1818, ottiene una nuova specie di pesce abissale descritta però soltanto nel 1820: Trachypterus cristatus. A Londra nel 1819 partecipa ad una grande asta che gli consente di portare al Museo di Torino più di trecento uccelli, in maggioranza australiani, alcuni di questi provenienti dai viaggi del capitano Cook. Negli anni a seguire si occupa di pesci, continuando però ad incrementare la collezione ornitologica e degli invertebrati. Molti reperti di questo periodo gli vengono inviati da Alberto Ferrero della Marmora intento ad esplorare la Sardegna per la seconda volta.

In seguito ai moti piemontesi del 1821, l'Università viene nuovamente chiusa, pur tuttavia il Bonelli continua ad occuparsi attivamente del Museo. Grazie all'interessamento di Maria Cristina di Borbone ed al mecenatismo del re Carlo Felice, egli prosegue la sua opera dÕacquisizione di materiali per arricchire le collezioni del Museo.

La preoccupazione per la grave situazione in cui si trova lo Stambecco sulle Alpi, divenuto così raro da farlo ritenere prossimo all'estinzione, lo porta in quegli anni ad interessarsi, insieme con Giacinto Carena, della specie affinche' ne venga vietata la caccia.

Malato, si occupa oramai poco d'entomologia, ed alcune specie nuove per l'epoca descritte per prime dal Bonelli ma pubblicate solo dopo alcuni anni, dovranno portare il nome dato loro da altri. Si preoccupa anche di creare una collezione di Molluschi fossili che in breve diventerà di notevole interesse per l'epoca.

Il 18 novembre del 1830 muore a Torino all'età di 46 anni.

Il contributo del Bonelli all'ornitologia

Grande esperto di ornitologia, Franco Andrea Bonelli era in materia una grande autorità scientifica nell'Europa del suo tempo. Purtroppo a causa della sua scarsa propensione a formalizzare ufficialmente le scoperte delle sue ricerche, ad oggi portano il suo nome specie a lui dedicate da altri naturalisti.

Diverse sono le specie scoperte dal Bonelli ma non descritte come la Calandrella, il Luì bianco, il Fiorrancino o la Passera d'Italia; mentre altrettante sono quelle che egli determinò e studiò, ed alle quali è legato. Fù, infatti, il Bonelli a determinare per primo, su materiale inviatogli da La Marmora, lo Storno nero, la Magnanina sarda e la Sterpazzola di Sardegna; mentre altre ancora erano già a sua conoscenza come ad esempio il Forapaglie castagnolo. Vi è tuttavia una specie alla quale appare legato in modo evidente: l'Aquila del Bonelli, Hieraetus fasciatus. Anche per quanto riguarda questa specie il Bonelli la studiò e la descrisse nei suoi appunti senza però ufficializzarla. E' grazie al La Marmora ed al suo lavoro "Détermination et description des différences d'age de l'Aigle Bonelli" pubblicato nel 1834 nelle Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino se questa specie, insieme con il Phylloscopus bonelli, è legata in modo così evidente al grande naturalista Piemontese.

(testo a cura di Gianfranco Alessandria)

Per un approfondimento consigliamo la lettura di:

PASSERIN D'ENTREVES P. & SELLA GENTILE G. (1985) Franco Andrea Bonelli zoologo trasformista. Studi Piemontesi XIV: 33-50.